Ιταλική γλώσσα

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giovedì 1 marzo 2012

Past Papers: Chiavi Diploma Novembre 2008


ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI ATENE

DIPLOMA
SESSIONE NOVEMBRE 2008

CHIAVI

COMPETENZA DI TESTI SCRITTI
1.Le Minimucche
1. b, 2. d, 3. c, 4. b, 5. c, 6. b

2.
1. e, 2. g, 3. a, 4 b, 5. c, 6. d

3. Per  un mondo migliore
1. ritmi morbidi, 2. tran tran quotidiano, 3. un fiume di volgarità, 4. quartieri alti, 5. mandano in mille pezzi, 6. prendono a male parole, 7 a cosa li aspetta, 8. di buon grado

COMPETENZA LINGUISTICA

1. Far finta di lavorare
1. fa , 2. Mi , 3. molti-parecchi-tanti , 4.anche, 5. Quando, 6. lavoro, 7. stessa, 8. troppo, 9. mai-ancora, 10. mattine, 11. mi, 12. che, 13. non, 14. casa, 15. mia, 16.qualsiasi

2. Rimedio contro l’insonnia
1. Che, 2. i, 3. delle, 4. su, 5. ma, 6. nostra, 7. ci, 8. qualcosa

3. Brutte notizie da Venezia
1. aspetto, 2. diventare, 3. alla fine, 4. condizioni, 5. in alto, 6. esatta, 7. fortuna, 8. un inizio

4. Alberghi low cost
1. si tratti, 2. sia, 3. hanno fatto-fanno, 4. prenotando , 5. fermarti, 6. entra , 7. si spendono, 8. andare

COMPETENZA DI TESTI ORALI
1. Parliamo di matimonio
1. c, 2. d, 3. c, 4. a, 5. b, 6. d, 7. b

2. Notizie varie
Mendicanti a Venezia: 1, 5
Stretching da scrivania: 7 , 9, 10
Resistere al caldo: 12, 13

3. Difendiamo i nostri cani
3, 4, 7, 9, 11, 12

Trascrizione dei testi orali


Testo n. 1
Parliamo di matrimonio      m. 3,47
Conduttrice (C.), Lory  (L.), Debora (D.)

C.: Io chiedo subito a Lory hai sentito e hai visto anche queste immagini. Beh in qualche misura ti viene voglia di sposarti oppure no.
L.: Beh, ogni tanto ci penso, ma ci penso più che altro perchè non l’ho mai fatto.  Ho avuto tante richieste nella mia vita. Ho iniziato proprio prestissimo quando avevo diciannove anni però ho sempre detto di no. Ecco una cosa  quando sarò vecchia, più vecchia di adesso, sulla quale rifletterò, ho sempre detto di no. Amavo la liberta così tanto, e per me il matrimonio è una cosa così importante, per esempio io se fossi sposata non tradirei mai non …, sarei la moglie perfetta, io adoro avere dei  vincoli e dei doveri,  quindi se ce li ho li mantengo, ma la mia libertà  era immensa  e ho sempre cercato di andare avanti, però  ho dato comunque peso alle relazioni  infatti le ho considerate come dei matrimoni comunque.
C.: Senti Debora rivedendo le immagini e ripensando al tuo matrimonio che comunque è stato celebrato, lo rifaresti così, cambieresti qualcosa magari lo faresti ancora più intimo o eccessivamente più sfarzoso
D.: Ma guarda io ho fatto credo il matrimonio che desideravo fare quindi non con tantissime, cioè non  tante persone in più né in meno perché purtroppo anche a volte  si vuole restringere un po’ la cerchia degli invitati, però come dicevo prima questo  non è sempre possibile . L’unica cosa che cambierei è la temperatura. Perché c’erano 38 gradi anche io mi sono  sposata alle diciotto e trenta, c’erano trentotto gradi nella chiesa infatti le persone stavano    ecco forse mi sposerei un po’ più con il freddo perché con il caldo c’è stato il rischio che qualcuno si sentisse male.
Ecco però al di là delle temperature mi pare che tu sia abbastanza in linea  e poi ne parleremo più avanti con quello che ha detto monsignor Angelo Bagnasco.

Un invito a celebrare i matrimoni all’insegna della massima sobrietà e senza nulla concedere all’originalità L’appello è del  cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Commissione Episcopale italiana ed  è rivolto ai parroci che spesso concedono un po’ troppo alle richieste fantasiose degli sposi, canzonette al posto della musica sacra e poesie  sull’amore che sostituiscono le promesse. Spesso infatti le nozze diventano uno show con parenti e amici chiamati sull’altare a commentare a favore delle telecamere e dei fotografi le tante virtù e i pochi difetti dei due novelli sposi. La creatività va ovviamente di pari passo con il portafoglio.  Ma tra i comuni mortali c’è chi non bada a spese per fare il verso almeno in parte alle nozze più glamour dei vip. Flavio Obriatore ed Elisabetta Gregoraci quest’anno hanno lasciato il segno.  Le spese degli sposini sono arrivate a un milione e mezzo di euro.

C.:Lori, tu avresti, desidereresti, ti piacerebbe sposarti con un matrimonione come quello di Flavio ed Elisabetta?
L.: Ma non so io mi vestirei di nero per esempio…
C.: Di nero?
L.: Non lo so ho sempre pensato nero o rosso …
C.: Allora rosso, so che è un colore che  in Italia si usa poco ma che non sbaglio in oriente è perfetto per i matrimoni perché loro  usano il bianco per i funerali. Certo nero…
L.: Non lo so ma perché ecco per forza bianco vorrei capire non lo so, poi questo vestito quando mai te lo metti più.
C.: Ma è del matrimonio…
L.: Ma con tutto quello che costa, voglio dire,  io veramente troverei  un vestito che 
     lo potrei riciclare poi per le feste .
C.: Lo puoi sempre tingere, te lo prendi bianco poi lo trasformi in nero .
L.: Ma non si deve buttare i soldi, voglio dire.. Questa storia di un vestito e non lo metti mai più.  È una cosa da cambiare ecco
C.: Quindi se tu fai questo discorso economico sul vestito figuriamoci su un matrimonio che è costato un milione di euro.
L.: A maggior ragione più costa e più cerchi di usare il denaro in maniera sensata.

                                                                                    da:Italia allo specchio, 4/10/2008









Testo n. 2
Notizie varie                     m. 3.08

Per le città d’arte italiana rappresenta da sempre un problema di non facile soluzione. E’ quello dei mendicanti e dei vu cumprà.
Da Venezia arriva un primo tentativo. Fino a qualche tempo fa in ognuno dei sei sestrieri di Venezia ce n’erano parecchi e facevano buoni affari fra le calli. Ora però per ambulanti e accattoni la laguna è zona praticamente off limits. Vietato trasportare merce in sacchi o borsoni.
Così il comune della Serenissima, primo in Italia, ha dato la stretta finale al commercio abusivo. Obiettivo far sparire gli ambulanti irregolari proprio come è accaduto, grazie all’ordinanza antielemosina, come con i mendicanti. Col comandante della municipale abbiamo setacciato la città in lungo e in largo. Sarà pure un po’ colpa del vento e delle nubi, ma di mani tese nemmeno l’ombra. Pare proprio che a Venezia la carità non si chieda più.
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Ore e ore davanti al computer, sempre seduti dietro una scrivania, sono gli impiegati che terminano le loro giornate fuori casa in preda a mal di testa da ufficio.
In Italia ne soffre il 46% dei lavoratori. Le cause sono da ricondurre perlopiù alle posture sbagliate e allo stress legato allo svolgimento delle proprie mansioni. C’è chi finisce addirittura per portare l’emicrania a letto quando finalmente va a dormire. Già perché la tensione accumulata in ufficio si riflette nel sonno notturno facendo contrarre denti e spalle. Di fronte a dolori più o meno forti c’è chi si rassegna ma anche chi decide di correre ai ripari.
Sarà allora utile sapere che un rimedio naturale c’è :è lo stretching da scrivania.
Non occorre tuta da ginnastica né andare in palestra per questo tipo di attività fisica.
Basta rimanere al posto di lavoro e dedicare pochi minuti a semplici esercizi di rilassamento antiemicrania e non solo.

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E’ arrivata all’improvviso e sembra insopportabile l’afa che ti segue ovunque, ti affatica, fa caldo e ogni giorno pare più del solito. Eppure non è così , perlomeno non più del passato, dicono gli esperti
Le temperature di questi giorni tra i 33 i 37 gradi non sono dei record, ma tant’è  l’aria bollente ci pare più bollente che mai. Eppure una volta i condizionatori non c’erano e neppure i freschi centri commerciali, oasi di ristoro nei pomeriggi torridi. Ma si riusciva a resistere. Come? Invece che al supermarket si poteva andare al fiume,
o al torrente o in qualsiasi altro rigolo d’acqua,  limpida allora. Oggi non si può più perché i corsi d’acqua quasi non esistono più. Le risorse idriche sono state e continueranno  a essere sovrasfruttate. Conseguenza: molti tra i più grandi fiumi della terra come Indo, Nilo, Colorado River, per parte dell’anno si trasformano in sterili pietraie.
                                                                        da: pezzi tratti da vari TG2 e Costume e Società


Testo n. 3
Difendiamo i nostri cani                    m. 3,21

E far conoscere meglio i nostri amici a quattro zampe è lo scopo della lega Nazionale per la Difesa del Cane.
Siamo un’Associazione di volontariato che ha molto interesse di far conoscere il cane. Perché questo, perché circa il 70% dei  detentori dei cani non li tengono secondo le esigenze e le caratteristiche del cane e allora cos’è la conseguenza. La conseguenza è che nascono molti problemi che noi conosciamo attraverso la stampa e attraverso le lamentele che arrivano nel canile, dove appunto la gente si lamenta perché le persone lasciano abbaiare il cane , lo lasciano su un balcone, non le danno da mangiare, sta povera bestia  è ovviamente irritata, oppure i tanti cani sulle catene che diventano aggressivi. Quindi noi vogliamo far conoscere il cane con tutte le sue caratteristiche di animale socievole di branco che conta molto sul suo capobranco che è l’uomo, e dipende da lui e lo ama infinitamente anche se lo picchia e lo ama sempre perché il cane ha questa caratteristica di essere un animale che sta bene con l’uomo.
                                                                                                                       
da: Canale 5, Telegiornale

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